un vecchio si rinfila la maglietta

con compostezza da maestro di yoga

poi s’inchina a raccogliere una borsa

vertebra dopo vertebra

ripulisce il cappello dalla sabbia

ed esce lentamente dalla mia vista mare

 

e una nera compare a mezzo busto

come un frutto dell’acqua

e poi si sciacqua tra i tuffi dispettosi

dei suoi quattro bambini

 

ondeggia la mattina

coi lembi colorati degli ombrelloni

e i suoni impertinenti delle genti…

altro che scogli ascetici e fondali argonautici

altro che incanti e versi di gabbiani…

 

questa ultima età mi inchioda qua

a fare questi versi sulla sdraio

e non mi sembra un guaio rovistare

dentro alle paccottiglie e cianfrusaglie…

immagini e parole estemporanee

che volano nel vento sotto il sole

e finiranno tra i vissuti effimeri

stipati nei solai dei miei ricordi…

 

ritorneranno forse qualche notte

nel teatro dei sogni

dove si muovono e ancora mi commuovono

favole e personaggi

che ho creato per me fin da bambino

e adesso che son vecchio

nel sonno molte volte mi ci specchio…

 

forse domani mi scorderò di ieri

forse domani saluterò i pensieri

forse domani mi laverò le mani

 

per il momento mi accontento

dell’ibrido presente nella mente

e nella luce di questo mattino

vertebra dopo vertebra m’inchino