La copertura ideale - dialogo immaginario con Attilio Gardino. FT, 2.2.24
C’era una volta un mio amico, si chiamava Attilio Gardino: tra le tante cose che faceva amava stupire gli altri con la sua intelligenza.
A volte si spingeva così in alto che io non lo capivo più, eppure sono intelligente anch’io…
Allora gli dicevo Attilio vieni giù!
Lui rideva sotto i suoi bei baffi e si vedeva che si aspettava che fossi io a dovere salire su.
Da cinque anni ormai se ne è andato, non so se giù o su: lo voglio ricordare
provando ad impegnarmi in una ascesa verso alcuni picchi del suo pensiero.
Auspico una cordata di volontari pronti a meditare con me su una sua conferenza tenuta nel novembre del 2016 , intitolata “I vestiti dell'imperatore, ovvero l’utopia della realtà” : una vetta stagliata sul cielo terso della sua passione per l’astrazione.
Cominciava con una fiaba di Hans Christian Andersen, che dava per scontato fosse ben conosciuta e che per sicurezza io voglio raccontare.
Molti anni fa viveva un imperatore che amava avere sempre bellissimi vestiti nuovi, tanto da usare tutti i suoi soldi per vestirsi elegantemente….
Nella grande città in cui abitava ci si divertiva molto: ogni giorno giungevano molti stranieri.
Una volta arrivarono due impostori: si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere la stoffa più bella che mai si potesse immaginare.
Non solo i colori e il disegno erano straordinariamente belli, ma i vestiti che si facevano con quella stoffa avevano lo strano potere di diventare invisibili agli uomini che non erano all'altezza della loro carica e a quelli molto stupidi.
"Sono proprio dei bei vestiti!" pensò l'imperatore.
"Con questi potrei scoprire chi nel mio regno non è all'altezza dell'incarico che ha, e riconoscere gli stupidi dagli intelligenti."
Diede quindi ai due truffatori molti soldi, affinché potessero cominciare a lavorare.
Questi montarono due telai e fecero finta di lavorare, ma non avevano proprio nulla sul telaio. Chiesero la seta più bella e l'oro più prezioso, ne riempirono le borse e lavorarono con i telai vuoti fino a notte tarda.
“Mi piacerebbe sapere come proseguono i lavori per la stoffa” pensò a un certo punto l’imperatore “manderò il mio vecchio bravo ministro dai tessitori: lui potrà certo vedere meglio degli altri come sta venendo la stoffa, dato che ha buon senso e non c'è nessuno migliore di lui."
Il vecchio ministro entrò nel salone dove i due truffatori stavano lavorando con i due telai vuoti.
"Dio mi protegga!" pensò, e spalancò gli occhi "non riesco a vedere niente!"
Ma non lo disse.
Entrambi i truffatori lo pregarono di avvicinarsi di più e chiesero se i colori e il disegno erano belli, indicando i telai vuoti.
Il povero ministro continuò a sgranare gli occhi, ma non poté veder nulla, perché non c'era nulla.
"Signore!" pensò "forse sono stupido? Non l'ho mai pensato ma non si sa mai.
Forse non sono adatto al mio incarico? Non posso raccontare che non riesco a vedere la stoffa!"
"È splendida! Bellissima!" disse il vecchio ministro guardando attraverso gli occhiali. "Che disegni e che colori! Sì, sì, dirò all'imperatore che mi piacciono moltissimo!"
Gli imbroglioni richiesero altri soldi, seta e oro, necessari per tessere e si misero tutto in tasca: sul telaio non giunse mai nulla, e loro continuarono a tessere sui telai vuoti.
L'imperatore inviò poco dopo un altro onesto funzionario per vedere come proseguivano i lavori e quanto mancava prima che il tessuto fosse pronto.
A lui successe quello che era capitato al ministro: guardò con attenzione, ma non c'era nulla da vedere se non i telai vuoti, e difatti non vide nulla, lodò la stoffa che non vedeva e riferì poi all'imperatore: "Sì, è proprio magnifica."
Tutti in città parlavano di quella magnifica stoffa, tutti sapevano che straordinario potere avesse e tutti erano ansiosi di scoprire quanto stupido o incompetente fosse il loro vicino.
L'imperatore volle quindi vederla personalmente mentre ancora era sul telaio.
Con un gruppo di uomini scelti, tra cui anche i due funzionari che già erano stati a vederla, si recò dai furbi truffatori che stavano tessendo con grande impegno, ma senza filo.
"Non è magnifica?" esclamarono i due bravi funzionari.
"Sua Maestà guardi che disegno, che colori!" e indicarono il telaio vuoto.
"Come sarebbe!" pensò l'imperatore. "Io non vedo nulla! È terribile! sono forse stupido? o non sono degno di essere imperatore?"
"Oh, è bellissima!" esclamò e ammirava, osservandolo soddisfatto, il telaio vuoto.
Tutto il suo seguito guardò con attenzione, e tutti dissero ugualmente: "È bellissima" e consigliarono all’ imperatore di farsi un vestito con quella nuova meravigliosa stoffa e di indossarlo al corteo che doveva avvenire entro breve tempo.
Tutta la notte che precedette il corteo i truffatori restarono alzati con sedici candele accese: così la gente poteva vedere che avevano da fare per preparare il nuovo vestito dell'imperatore.
Finsero di togliere la stoffa dal telaio, tagliarono l'aria con grosse forbici e cucirono con ago senza filo, infine annunciarono: "Ora il vestito è pronto."
Giunse l'imperatore in persona con i suoi illustri cavalieri, e i due imbroglioni sollevarono un braccio come se tenessero qualcosa e dissero: "Questi sono i calzoni…e poi la giacca …e infine il mantello!" e così via.
"La stoffa è leggera come una tela di ragno! si potrebbe quasi credere di non aver niente addosso, ma e proprio questo il suo pregio!".
"Sì!" confermarono tutti i cavalieri, anche se non potevano vedere nulla, dato che non c'era nulla.
"Vuole Sua Maestà Imperiale degnarsi ora di spogliarsi?" dissero i truffatori "così le metteremo i nuovi abiti proprio qui davanti allo specchio."
L'imperatore si svestì e i truffatori finsero di porgergli le varie parti del nuovo vestito.
"Come le sta bene! come le dona!" dissero tutti.
"Che disegno! che colori! È un abito preziosissimo!"
"Sì -rispose l'imperatore- mi sta proprio bene!"
E si rigirò ancora una volta davanti allo specchio.
Quindi l'imperatore aprì il corteo sotto un bel baldacchino e i ciambellani che dovevano reggere lo strascico finsero di afferrarlo da terra e si avviarono tenendo l'aria, dato che non potevano far capire che non vedevano niente.
La gente che era per strada o alla finestra diceva: "Che meraviglia i nuovi vestiti dell'imperatore! Come gli stanno bene!".
Nessuno voleva far capire che non vedeva niente. Nessuno dei vestiti dell'imperatore aveva mai avuto una tale successo.
"Ma non ha niente addosso!" disse ad un certo punto un bambino.
"Signore sentite la voce dell'innocenza!" replicò il padre, e ognuno sussurrava all'altro quel che il bambino aveva detto.
"Non ha niente addosso! C'è un bambino che dice che non ha niente addosso!"
"Non ha proprio niente addosso!" gridava alla fine tutta la gente.
E l’imperatore rabbrividì perché sapeva che avevano ragione, ma pensò:
"Ormai devo restare fino alla fine."
E così si raddrizzò ancora più fiero e i ciambellani lo seguirono reggendo lo strascico che non c’era.
Attilio… guerriero delle idee…che vieni dal tuo mondo di astrazioni a dissestare il mio ordinamento intellettuale…e mi lasci confuso e te ne vai da dove sei venuto…Attilio, scherzi a parte, che cosa ci vuoi dire alludendo alla storia di questo imperatore?
...mi sono chiesto cosa sono questi vestiti che tutti dicono di vedere e che non ci sono ... come fa questo bambino a dichiarare una cosa così ovvia, cioè che il re è nudo?...
Il bambino vede la realtà fondamentalmente perché è ancora parzialmente fuori da un contratto sociale che lega tutti noi... *
Ah questa sì che la capisco bene…Attilio mio…quelli della favola vedono che non ci sono i vestiti, ma non hanno il coraggio di dirlo per paura di essere considerati stupidi e allora si immaginano che ci sia quello che loro non vedono e che dall’alto viene detto che c’è…e se viene loro il dubbio che sia tutto un imbroglio se ne stanno zitti per non perdere la loro credibilità…insomma accettano una menzogna per essere credibili…non credono alle proprie percezioni e credono a quello che si dice…roba da pazzi!...
gli schemi sociali ideologici, il pensiero dominante, cioè il modo di vedere il mondo, le convenzioni e le mode … sono i vestiti immaginari che offrono una copertura alla nuda realtà…e per ritornare alla realtà bisogna ritornare all’ingenuità dell’infanzia…
Ma dimmi ancora qualcosa che mi aiuti a elevare il mio bagaglio eclettico pragmatico…
...l’invito che vorrei farvi è di cercare di essere un po’ stupidi insieme, almeno un po’ ingenui, per guardare le cose che ci riguardano tutti i giorni...e con questa chiave di lettura porci la domanda...siamo sicuri che l’utopia è qualcosa che non c’è o magari è la realtà che non riusciamo mai a raggiungere?...