Pensando al “corpo nella rete” ho giocato con alcune immagini, come si fa nelle terapie artistico espressive: ovvero si tiene in considerazione il fatto che la stessa immagine può evocare una moltitudine di pensieri, parole, emozioni, associazioni… tutte ugualmente legittime anche quando sono logicamente contrastanti o addirittura opposte nei loro contenuti.

La rete per circolare, pedalando in discesa, in salita, in pianura.
 
 
La rete per pescare: pesci o pescatori?
La rete per dondolarsi, riposare, non agire e fantasticare.
La rete per rinchiudere, per proteggere, per guardare dentro e guardare fuori

La rete per pensare e per condurre i pensieri lungo fili già tracciati o sconosciuti
“Il corpo nella rete” può essere visto come un’immagine mutevole e in movimento.  In questo senso, possiamo scoprire di volta in volta in quali azioni ci sentiamo prevalentemente implicati mentre siamo in rete: pescare, essere pescati, dondolarsi, rinchiudersi, connettersi, conoscere, guardare dentro di sé, dimenticare altre priorità, sorprendersi di nuove informazioni, esprimersi…etc.
Penso che, essere consapevoli della coesistenza di tante possibilità, ci aiuti a scegliere e, quando necessario, a cambiare e migliorare la relazione del nostro corpo con la rete, nella direzione che riteniamo opportuna. 

 

Mappa collegamenti