Si parla sempre più spesso del QUI E ORA ed è un bene, per arginare le proiezioni mentali verso un futuro astratto e un passato spesso idealizzato.
S’incontra più raramente invece la propensione all’ORGANIZZAZIONE DEL QUI E ORA.
Sembra prevalere l’ottica di un qui e ora inteso come momento da cogliere così come si presenta.
Certamente quest’ottica ci offre un approccio importante e vitale, ma non è l’unica: va a mio parere integrata con quella della programmazione e dell’organizzazione del momento.
Altrimenti, nel flusso della vita, vivremo con intensità e pienezza solo quello che ci capita, che è indubbiamente un’esperienza che valorizza vissuti che andrebbero invece perduti nel mare dell’abitudine dei nostri schemi percettivi, emozionale e cognitivi.
La visione idealista di un Destino personale da riempire con la nostra capacità di vivere il momento, è a mio parere un’espropriazione, ingenuamente spiritualista, della pienezza del nostro potenziale energetico individuale.
Possiamo forzare il “nostro destino “ più frequentemente di quanto pensiamo.
Farci trasportare dall’onda o attraversarla con energiche bracciate sono capacità che si possono alternare.
Nel mare delle occasioni della vita